gennaio 2022
Roberto Falconi
Dove abita l’arte
Una casa in cui la passione per il collezionismo crea intimità e benessere
Il collezionismo ha assunto nuovi connotati, che dall’arte lo vedono sconfinare nel design. Abbiamo visto nascere numerose gallerie di collectible design, che stanno attraversando un momento fortunato di valorizzazione e posizionamento sul mercato dell'oggetto unico da collezione. Ci sono fiere e manifestazioni che promuovono l’artigianalità. L’emblema del connubio design contemporaneo e arte è per me un progetto di interni che ho realizzato per una villa in Svizzera.
Sono un appassionato di arte contemporanea e spesso i lavori che faccio si sommano a progetti artistici. In questo caso la sfida è stata davvero stimolante. Oltre alla proprietà e al cane di nome Loukoum, la casa ospita una collezione d’arte imponente, composta da pezzi scelti ‘di pancia’ e aggressivi, che ho dovuto integrare con l’architettura. Non conoscevo le proprietarie, ma avevano appena acquistato un'opera dello scultore Stefano Bombardieri, un mio buon amico, che ci ha presentati. Come sono solito fare, durante il primo sopralluogo ho portato nella valigetta i materiali a me più cari: le pietre, i legni, i metalli. Mi hanno confidato di sentire la nuova casa come fredda e senza carisma. Alla fine ho tirato fuori da una tasca il mio immancabile toscano e ho chiesto di poter fumare. Ridendo, loro hanno estratto da una scatola due sigari – cubani, ovviamente – più grandi del mio. L’intesa è nata così, su un fil di fumo. La loro richiesta è stata curare le finiture, le soluzioni illuminotecniche e di arredo per completare il progetto sviluppato dallo studio locale Favre&Guth architectes. L'obiettivo declinare il disegno degli interni secondo la loro entusiastica passione per l’arte contemporanea. Ogni intervento sull’abitazione, sviluppata su circa 950 metriquadrati, è stato pensato come espansione e riflesso della galleria privata, che si trova nella porzione ad est dell’abitazione; le stanze sono state ogni volta diversamente rivestite per accogliere in successione i pezzi. In alcuni casi, le opere sono state il punto di riferimento intorno a cui lavorare, come un grande calco fucsia di un campo arato, il cui colore è stato poi ripreso in alcuni dettagli dell’ambiente in cui si trova. In altri casi, la scelta sulla collocazione delle opere è stata successiva.
La collezione si è costruita grazie alle emozioni e non con la testa. Non c’è niente che mi annoia più di un gallerista che spiega cosa vedere nel quadro e come capirlo
Quadri, sculture, installazioni hanno invaso ogni ambiente della casa, che ha anche una bellissima piscina interna da 25 metri rivestita in pietra nera, una zona spa interamene foderata di Ceppo del Grè, anche al soffitto, e ovviamente un fumoir, concepito come uno scrigno di pietra e legno macassar. C’è un fuoco passante con il soggiorno. Pavimento e soffitto sono forati per una perfetta aerazione. Ho scommesso tutto sul Ceppo del Gré, che riveste gran parte della casa. La sua irregolarità mi ha sempre affascinato, anche se lo rende molto difficile 'da capire'.
I mobili sono stati realizzati da Edra. Le proprietarie della villa hanno visitato l’azienda toscana e sono state ospitate per due intere giornate in showroom. Edra Magazine ha colto l'occasione per conversare con una di loro.
La sua non è solo una passione, ma qualcosa di più. E' una collezionista straordinaria. Com'è nata questa sorta di 'sana malattia' per cui non può fare a meno di acquistare nuovi pezzi?
Non mi piace utilizzare la parola malattia, non esiste una malattia sana, la definirei piuttosto ‘artite’. E’ comparsa quasi venti anni fa, quando ho acquistato un quadro di un pittore cubano, Carlos Boix, del quale ho adesso più di centocinquanta opere e che ha appena realizzato per noi una ulteriore scultura. L’ ‘artite’ ha periodi più o meno intensi. Quando diventa acuta, mi sento come un leone in gabbia, che ha bisogno di sgranchirsi le gambe. E questo succede molto spesso, anche se la gabbia è grande….
Vi racconto un aneddoto: eravamo a Monaco col cane e siamo andate a far visita ad un amico scultore. Aveva lo studio vicino a quello di Botero, così abbiamo deciso di suonare alla porta del Maestro. Ci ha aperto lui in persona e ci ha permesso di entrare, dicendo di stare attenti al cane, perché i quadri stavano asciugando per terra. Ho subito visto un’opera che mi piaceva più di ogni altra e un mese dopo era in casa nostra. Un’altra volta ho acquistato un’opera di un artista molto conosciuto ma che non mi piaceva per niente, mi sono lasciata convincere dal gallerista. Odiavo quel quadro e l’unico motivo che mi ha spinta a comprarlo è stata la volontà di imparare ad apprezzarlo. Una sfida. Ho provato e riprovato, ma non ci sono riuscita. Cinque anni dopo l’ho scambiato per un Haring. Che mi piace tanto e che mi sorride ogni giorno quando scendo le scale.
Sono un appassionato di arte contemporanea e spesso i lavori che faccio si sommano a progetti artistici
La casa è il luogo dell'intimità e del benessere, in cui una persona esprime se stessa. Ma la sua casa è anche la casa dell'arte. Guardando le foto sembra che le opere abitino al suo interno. Non sono esposte, ma hanno una loro vita. Può raccontarci qualcosa di questa storia?
Questa domanda contiene già la risposta. La casa è il luogo dell’intimità e del benessere e per me questo significa arte. Mi fa sempre piacere e anche ridere (mentalmente) quando qualcuno mi dice che vede un percorso, un filo preciso che lega i pezzi della collezione. Questa collezione si è costruita grazie alle emozioni e non con la testa. Non c’e niente che mi annoia più di un gallerista che spiega cosa vedere nel quadro e come capirlo...
Per essere un po’ più terre à terre, questa casa è stata costruita per ospitare quella che è diventata una collezione. Per esempio, il Cervello in marmo di Carrara di 3.7 tonnellate, di Jan Fabre, ha richiesto il rinforzo del pavimento. Anche la Pumpkin di Kusama è stata un’opera chiave durante la costruzione. Il giardino è stato progettato e realizzato intorno ai due stivali di 4 metri di altezza e all’osso bianco e così via.
L'arte quindi si acquista con il cuore e non con la ragione. Quando ha scelto Edra ha trovato un vero 'partner in crime'. Cosa l'ha spinta a fare questa scelta e come ha vissuto l'esperienza di arredare un luogo così speciale con i suoi arredi?
Quando abbiamo visitato Edra, dopo un pranzo delizioso, siamo andati nel loro showroom. I mobili si sono imposti da soli, poltrone speciali per il fumoir, letti realizzati con pizzo d’oro, arredi creati da artisti in una casa d’arte. Dopo aver visto le sedie da pranzo in policarbonato abbiamo pensato che stessero così bene col tavolo artistico di Bombardieri, fatto site specific per la casa, che le abbiamo subito ordinate.
Roberto Falconi Architetto “vecchia scuola”, con riferimenti che vanno da Mies e Barragan, dai modernisti americani al regionalismo critico giapponese. Nel 2015 fonda col fi glio Gabriele, Falconi |