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  Grande Soffice  e  Cicladi . Il divano di Francesco Binfaré in composizione angolare all’interno del living dello Chalet Serge insieme ai tavolini e alla lampada di Jacopo Foggini.

ottobre 2023

JOURNEY
Words
Giovanni Carli

Lo chalet-hotel nel cuore delle Dolomiti

Chalet Serge amplia il Dolomiti Lodge Alverà a Cortina d’Ampezzo

La genesi dello Chalet Serge dimostra come da una condizione di contingenza possa svilupparsi una progettualità non programmata. In questo racconto di montagna, il caso, gli eventi, i ritrovamenti si rivelano importanti occasioni per sfruttare l’estemporaneità dell’hic et nunc, se al centro, indomite, scalpitano l’intuizione e la passione per la professione. Qualità che certo non mancano ai fratelli Alverà – proprietari del Dolomiti Lodge Alverà di Cortina d’Ampezzo e membri di una delle famiglie protagoniste della storia della ristorazione e dell’hôtellerie del territorio.
Nel maggio 2020, Claudio Alverà esce di casa in cerca di pregiati tronchi per realizzare un letto. Passeggiando tra i boschi, si imbatte in una distesa di cirmoli e ne individua molti abbattuti dalle copiose nevicate dell’inverno precedente. Chiederebbe ora Černyševskij: “che fare?” Di qui l’idea di impiegare la materia per ampliare l’offerta del Lodge, già dotato di dieci camere, con un nuovo spazio per l’hospitality: uno chalet privato dove coniugare arredo, architettura e arte.

Gli alberi saranno raccolti incessantemente fino a novembre 2020 con l’aiuto di tutti i fratelli, sino a raccoglierne una quantità adatta a realizzare quello che aveva in mente. 
A marzo 2021 si inizia a tagliare il legno da consegnare al falegname, che si appresta a intagliarlo per realizzare le boiserie. In pochi mesi lo chalet è terminato, pronto ad accogliere a fine agosto 2021 il primo ospite: il famoso alpinista nepalese Nirmal Purja, giunto a Cortina per una conferenza. 
Il progetto è un’isola di relax per coloro che vogliono concedersi una pausa riconciliante. “Cortina sta cambiando, – spiega Claudio Alverà – se ci affacciamo ad un balcone e guardiamo la valle si contano decine di gru. L’attribuzione delle Olimpiadi Invernali 2026 ha attivato energie nuove. Con lo Chalet Serge stiamo lavorando sul concetto dell’albergo-casa, o della casa-albergo, qualcosa che qui finora non si era ancora sperimentato”. A differenza dei tradizionali grand-resort montani, lo Chalet accoglie l’ospite in un ambiente di palpabile vocazione domestica ma parallelamente non rinuncia ai servizi dell’hôtellerie contemporanea. In questo progetto gli arredi giocano un ruolo fondamentale.

Cucina, sala da pranzo e zona living si affacciano su un grande open space. La cucina in acciaio, pensata come palcoscenico per cook show – possibile invitare uno chef personale oppure affidarsi alle sapienti mani dei cuochi del Lodge – è dipinta di azzurro, un colore tradizionale delle stuben ladine e tirolesi che si diffuse negli anni ‘20 dopo l’influenza spagnola in quanto trasmetteva una percezione di pulito e di freschezza. Al centro della sala da pranzo un grande tavolo quadrato può accomodare fino a quattordici commensali che potranno sedersi sulle Jenette nel colore speciale ardesia, dall’iconico schienale flessibile a ventaglio in steli di pvc. Alla parete campeggia un coccodrillo di legno, scultura di Candeago, il fabbro-demiurgo della conca ampezzana. Come precedentemente accennato, si tratta di un “esotico ritrovamento”: un pezzo di legno naturalmente sagomato restituito alla terra dal mare raccolto da Claudio Alverà sulla spiaggia di Saint Tropez e al quale sono state aggiunte zampe di ferro e occhi e denti di ottone. Nel living il divano Grande Soffice grigio rende domestico e accogliente l’ambiente. Da qui, la scala in ferro battuto conduce a un soppalco nel sottotetto destinato a mini-cinema: l’ottima visione è garantita dal potersi rilassare tra le “spire” viola del divano Boa, un nido di intrecci e di vellutata morbidezza. “La collaborazione e l’affetto per Edra è iniziata quando scegliemmo il Pack per il foyer del ristorante del Lodge, ormai divenuto un’icona per i nostri clienti. I prodotti di Edra sono autentiche sculture del ‘fare artigiano’, corpi solidi come le nostre Dolomiti.

Meravigliano e caratterizzano lo spazio. Gli arredi riescono a restituire immediatamente un’idea di comfort. Grande soffice è apprezzato per l’estrema comodità, con penisola di dimensioni importanti. Boa e Janette sorprendono gli ospiti”. Se l’obiettivo del progetto è la ricerca del benessere non può mancare una spa privata. Dotata di vasca idromassaggio, doccia scozzese, bagno turco e sauna in rovere, l’ambiente spa si caratterizza per la scelta di una boiserie “organica” in cui sono stati volutamente lasciati i disegni delle muffe formatesi sui tronchi di cirmolo caduti a terra prima della loro raccolta. Un’operazione che ci rimanda alla metafisica della mescolanza del filosofo Emanuele Coccia – non siamo gli unici abitanti di questo pianeta – e all’installazione di Thomas Doxiadis Entangled Kingdoms alla Biennale di Architettura 2021 in cui l’architetto greco aveva studiato e raccolto le muffe delle partizioni lignee dell’Arsenale veneziano sotto il propagandistico slogan Without Me You Don’t Exist. Funghi e muffe sono infatti quegli organismi indispensabili che consentono la pedogenesi, ovvero il processo di formazione dei suoli della crosta terrestre.

Il passaggio alla zona notte è segnato da un disimpegno al cui centro è posizionata una cassettiera ricavata da un tronco di cirmolo di duecentotrent’anni, il rappresentante di uno degli alberi abbattuti per realizzare la nuova cabinovia Cortina Skyline che collega gli impianti delle Tofane con quelli delle Cinque Torri. Alla parete trova posto un’altra scultura di Candeago, il monumentale tronco di un albero colpito da un fulmine rinvenuto dai fratelli Alverà nei pressi di Ospitale – il precedente ristorante della famiglia, ultimo avamposto cortinese tra la valle d’Ampezzo e la Val Pusteria – e ricoperto dall’artista di un blu profondo. Si riconosce come nel progetto dello Chalet sia stata applicata la poetica della reliquia nella sua più pura valenza etimologica in cui il “lasciare (-linquere) dietro (re-)” diventa la manifestazione per divenire altro. Le camere sono impreziosite da pareti in legno intagliate e realizzate ad hoc e da opere d’arte di artisti come Julio Larraz, Mario Arlati e Igor Mitoraj, un’iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione con alcune delle gallerie più prestigiose di Cortina.
Lo Chalet Serge del Dolomiti Lodge Alverà sviluppa un progetto di accoglienza in cui si fondono tradizione e innovazione: architettura e arredo sono studiati e scelti per valicare i confini delle convenzioni alimentando quel necessario processo di trasformazione sul territorio in attesa del prossimo evento olimpico. Tutto questo nella cornice della perla indiscussa delle Dolomiti.


Giovanni Carli

Architetto e dottore di ricerca in Architettura. Assegnista di ricerca in Composizione architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia dove svolge attività di ricerca all’interno dell’Infrastruttura Ir.Ide – Centro Editoria Pard. Professore a contratto in Teorie dell’architettura presso l’Università Iuav di Venezia e in Design con-temporaneo presso l’Università degli Studi di Genova. Membro della redazione di “Vesper. Rivista di architettura, arti e teoria | Journal of Architecture, Arts & Theory” (Quodlibet). Curatore dal 2017 delle sezioni Architettura e Design di TRA – Casa Robegan, Musei Civici di Treviso.

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